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PLAN PAUVRETE 2018

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È il 2018 quando Emmanuel Macron firma il “Piano Povertà”, un piano strategico per far fronte a cifre che fanno impressione e che dopo la crisi del 2008 non fanno che aumentare (dal 2008 al 2018, +10% il tasso di povertà in Francia).

Il Piano Povertà distribuisce su quattro anni 8 miliardi di euro e la più grande tra le novità del Piano è la creazione di un reddito universale di attività, che ricorda sotto certi aspetti quello del Movimenti 5Stelle.  I giornali non risparmiano le critiche verso il Presidente e lo accusano di agire solo per i consensi, nel momento in cui la sua popolarità è ai minimi storici. 


Possono fare domanda per ricevere il Reddito anche coloro che stiano svolgendo dei Corsi di Formazione o che siano all’interno di percorsi di reinserimento professionale, il che cambia radicalmente il funzionamento del sistema di aiuti fino a quel momento. Inoltre, il destinatario dell’aiuto non può rifiutare più di due offerte di lavoro che siano classificate come “ragionevoli”. 


Oltre agli 8 miliardi, 50 milioni di euro sono da investire nell’infanzia: si parla di pasti e merende gratuiti o ad un prezzo irrisorio a partire dagli asili, più personale nelle strutture, aiuti per le madri sole al momento del loro ritorno al lavoro, l’istruzione obbligatoria fino ai 18 anni. 

IL NUOVO PIANO 

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A fine dell'anno 2020 lo Stato francese ha attuato nuove misure per il contenimento del problema della povertà. Come risultato dell'emergenza sanitaria e della perdita del lavoro, il Paese si è mobilitato soprattutto su questo aspetto: l'impiego. è infatti soltanto in questo modo che possono essere pagate le spese di tutti i giorni e si elimina in parte il rischio di esclusione sociale degli individui inattivi. 


Naturalmente vi è innanzitutto lo sforzo di mantenimento dei posti di lavoro, tramite aiuti finanziari agli imprenditori e alle aziende sotto forma di prestiti e fondi di solidarietà, in modo tale che le imprese in difficoltà licenzino i propri dipendenti.
 

Le nuove misure del programma ruotano attorno a tre punti ritenuti prioritari, che si traducono in azioni concrete: sostenere il potere d’acquisto di quelle persone che si trovano in situazione di povertà assoluta oppure sono a rischio povertà; dare la possibilità agli inattivi di essere reintrodotti nel mondo del lavoro, tramite accompagnamenti personalizzati e programmi di formazione; assicurare alle persone bisognose alloggi accettabili e, tramite l’inserzione professionale, permettere che gli affitti vengano pagati dunque evitare gli sfratti.

In pratica, circa 1,8 miliardi di euro sono previsti dal Piano e saranno destinati alla lotta  alla povertà, che si aggiungono agli 8 miliardi stanziati nel 2018, al budget di 1,5 miliardi di euro per far fronte agli effetti della crisi pandemica e infine al Piano di Rilancio francese, che naturalmente tiene conto dei nuovi poveri e degli “ancora più poveri” e destina più di 6 miliardi di euro a questo scopo.

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