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In Francia, tra le categorie con più basso reddito annuale ci sono gli over 65, i professionisti delle arti e dello spettacolo, le donne e i giovani appena inseriti nel mondo del lavoro. Per queste ultime due, la situazione è apparentemente ancora non grave, poiché, come afferma l’INSEE, “Il reddito di un coniuge che lavora o la riscossione di prestazioni sociali possono avere un effetto protettivo”. 

Nonostante sembra sia stata riconosciuta la necessità di norme di "livellamento" delle disuguaglianze tra uomo e donna per quanto riguarda i loro salari, in Francia la differenza rimane ancora abissale.  Anzi, sotto certi aspetti, le ineguaglianze si stanno accentuando, soprattutto quando parliamo di capitale disponibile, dunque di ricchezza degli individui.

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Gli uomini sono generalmente più ricchi delle donne (da sempre), ma il problema è che l'INSEE ha notato come il divario tra ricchezza della donna e quella di un uomo sia sempre più ampio; tra 1998 e il 2015, ad esempio, la differenza di capitale tra donne e uomini è passato dal 9 % al 16 %.

È chiaro che il punto focale di questa differenza è lo scarto esistente tra il salario femminile e maschile, benché questo sia solo del 9 %, una percentuale bassa rispetto allo scarto di ricchezza tra uomo e donna, che è del 42 %.
Sembra che il problema non sia il fatto che le donne lavorano di meno degli uomini in Francia, anzi: gli uomini lavorano semplicemente di più in modo remunerato, mentre una donna con un impiego, lavorerà certamente meno ore, dunque sarà meno remunerata nel suo impiego, ma a queste sono da aggiungersi le ore di lavoro gratuito, quello svolto a casa per la cura dei figli e dell'abitazione.

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In Francia esiste un'ulteriore ragione che aggrava il divario di salario tra uomo e donna, e che porta di conseguenza ad un divario anche di ricchezza tra i due sessi: la religione. Se è infatti vero che negli ultimi vent'anni si sono stabilite in Francia moltissime famiglie di religione musulmana, è solo da una generazione che la donna è portata, più delle madri e delle nonne, a  studiare, formarsi per trovare un impiego che le porti degli introiti che contribuiscano al reddito della famiglia.

 

Dunque, se in periodo di emergenza sanitaria, spesso una coppia con figli è costretta a fare più di un lavoro, quando ne trova, le donne di molti nuclei familiari di origine straniera continuano a non lavorare, rimanendo a casa, spesso su volere del coniuge.
 

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